Psicologi tra le due guerre: università e psicotecnica

La Grande guerra produsse trasformazioni nel mondo mentale ed ebbe conseguenze anche nello sviluppo della psicologia, soprattutto nei suoi aspetti applicativi. A Milano ciò coincise con l’affermazione universitaria della disciplina.

Nel 1921 apriva i battenti il primo ateneo milanese: la “libera Università Cattolica del Sacro Cuore”, istituto privato fondato da padre Agostino Gemelli con la collaborazione di Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, Armida Barelli ed Ernesto Lombardo. Laureato in medicina a Pavia e libero docente in psicologia sperimentale (aveva frequentato nel 1914 i corsi e il laboratorio di Federico Kiesow a Torino), durante gli anni della Grande guerra Gemelli si era distinto per i suoi studi sulla psicologia del soldato e per le numerose ricerche psicofisiologiche sugli aviatori, condotte presso il Laboratorio di psicologia del Comando supremo dell’esercito, di cui era direttore.

Padre Agostino Gemelli militare durante la Grande guerra e nel laboratorio di psicofisiologia al fronte (Archivio generale per la storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Sezione fotografica).
Monsignor Francesco Olgiati, padre Agostino Gemelli e Ludovico Necchi
Ludovico Necchi, padre Agostino Gemelli e Monsignor Francesco Olgiati in una foto del 1919 (Tratta da Il monitore milanese).

L’interesse per l’approccio sperimentale portò Gemelli a dotare immediatamente l’Università Cattolica di un Laboratorio di psicologia e biologia. Qui il frate condusse studi e ricerche di selezione professionale, psicologia del lavoro e psicotecnica. Nel 1925 presso l’Università Cattolica venne ufficialmente attivata la cattedra di psicologia, titolare ovviamente Gemelli. Si trattava dunque della quinta in Italia, dopo quelle istituite nel 1906 a Torino, Roma e Napoli e quella attivata nel 1922 a Padova. Rispetto alle altre era però anomala, perché in un’università privata e assegnata al fondatore. Nel 1942 il laboratorio della Cattolica avrebbe inoltre ospitato gli allievi della Scuola di specialità in psicologia sperimentale (per medici già abilitati), nata da un’idea di Gemelli ma in convenzione con l’altro ateneo milanese, quello statale fondato nel 1924.

dell’Ospedale militare, già convento dei Cistercensi, in Piazza S. Ambrogio n. 1 a Milano
Portale di ingresso dell’Ospedale militare, già convento dei Cistercensi, in Piazza S. Ambrogio n. 1 a Milano. Qui svolse il servizio militare Agostino Gemelli, fondandovi in seguito l’Università Cattolica sede del Laboratorio di psicologia sperimentale e della Scuola di specialità in psicologia sperimentale (Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco. Civico Archivio Fotografico).
Minuta di lettera di Casimiro Doniselli ad Agostino Gemelli, 30 maggio 1925. Doniselli si lamentava con Gemelli perché in un suo articolo sugli statuti in preparazione delle Università, non vi era notizia dell’insegnamento di Psicologia sperimentale nella Facoltà medica dell’Università di Milano. Scriveva inoltre di essere in disaccordo con il frate riguardo all’aggettivo “sperimentale” applicato alla psicologia: il lavoro scientifico può procedere sulla scorta dei dati sperimentali, di osservazione e dei principi acquisiti (Archivio privato C. Doniselli).

L’avvio dell’insegnamento della psicologia nell’università pubblica di Milano si deve invece a Eugenio Rignano e a Giuseppe Corberi. Laureato in ingegneria ma cultore di numerose discipline quali filosofia, biologia, sociologia e psicologia, Rignano aveva fondato nel 1907 Scientia, rivista internazionale di sintesi scientifica, con l’obiettivo di integrare cultura umanistica e sapere scientifico. Proprio nell’ambito della psicologia, nel 1920 aveva pubblicato la sua opera più importante: Psicologia del ragionamento, testo di riferimento per gli studenti di filosofia che parteciparono al corso libero di psicologia da lui tenuto nell’ateneo milanese nel 1925.

Lo psichiatra e psicologo Corberi, già attivo presso il manicomio di Mombello, dove era direttore del laboratorio di psicologia, entrò invece come libero docente nella Facoltà di medicina nel 1926. Il suo insegnamento, formalmente denominato di “psicologia sperimentale”, era di fatto un corso di “psicopatologia”. Attraverso il corso libero, che mantenne fino al 1942, Corberi intese “supplire alla mancanza di insegnamento ufficiale della Psicologia nella facoltà” – come scrisse all’Ufficio di segreteria di medicina nell’ottobre 1936. Così rimase anche la differenza fra denominazione ufficiale del corso (sempre “psicologia sperimentale”) e quella utilizzata, di volta in volta a seconda degli anni, dallo stesso Corberi: “psicopatologia”, “psicologia normale e patologica”, “psicologia normale e patologica dell’età evolutiva”. Le undici lezioni svolte nell’anno accademico 1926/1927 prendevano in esame la coscienza, le teorie riguardanti percezione e sensazione (Gestalt e altre), la memoria, i sentimenti, l’istinto, l’attenzione, l’intelligenza, il linguaggio, lo sviluppo psichico. Di tutti i processi psichici Corberi insegnava sia il funzionamento normale, sia quello patologico. Ed è interessante rilevare che alle lezioni teoriche venivano affiancate “dimostrazioni sperimentali” condotte presso il Laboratorio di psicologia sperimentale del manicomio di Mombello, essendone la Regia Università sprovvista. Fra i sette studenti di quell’anno accademico, troviamo un giovanissimo Virginio Porta, futuro neuropsichiatra che alla fine degli anni Quaranta sarà tra gli organizzatori dei nuovi Centri medico-psico-pedagogici milanesi.

Elenco dattiloscritto delle 20 lezioni sui “Fondamenti di psicologia” tenute da Eugenio Rignano tre volte alla settimana per il corso libero, 1925-1926 (Carte private E. Rignano).

Intanto, anche a Milano si erano avviate significative esperienze di psicologia applicata, con lo sguardo rivolto agli Stati Uniti e alle recenti esperienze belliche. Nei primi giorni di ottobre del 1922 si svolse proprio nel capoluogo lombardo, per iniziativa della Società Umanitaria, la terza Conferenza internazionale di psicotecnica, a cui presero parte nomi importanti della psicologia nazionale e internazionale, tra cui Ovide Decroly, Édouard Claparède, Charles Meyers, Sante De Sanctis, Giulio Cesare Ferrari, Agostino Gemelli e Mario Ponzo. In tale occasione si fece conoscere e apprezzare il lavoro svolto sul campo da Casimiro Doniselli attraverso l’Istituto civico di pedagogia e psicologia sperimentale; vari congressisti visitarono la struttura e osservarono ammirati le apparecchiature all’avanguardia di cui era dotata, come l’ergodianomografo e il fonogammoscopio.

Relazione di Casimiro Doniselli sui difficili rapporti tra il Civico istituto di psicologia sperimentale e l’Ufficio d’igiene del Comune di Milano, 1933 (Archivio privato C. Doniselli).
Dattiloscritto della Relazione sullo stato attuale della psicologia delle attitudini presentata alla Società Umanitaria di Milano il 19 febbraio 1921 da Giulio Cesare Ferrari e Giuseppe Corberi (Fondo G.C. Ferrari).

A guidare il gruppo di specialisti in visita all’Istituto di Doniselli era stato il segretario del Congresso Giuseppe Corberi, che nel 1921, in vista della Conferenza di psicotecnica, aveva ricevuto l’incarico di impiantare un Laboratorio di psicologia applicata all’orientamento professionale presso la Clinica del lavoro di Milano. La sua attività in questo settore proseguì poi nel 1925 con la creazione del Laboratorio di psicotecnica dell’Azienda tranviaria di Milano (ATM) per la selezione dei conduttori dei tram.

Relazione di Doniselli al sindaco di Milano a proposito del Laboratorio psicotecnico dell’ATM, 21 maggio 1926. In relazione all’articolo Un Laboratorio di psicotecnica inaugurato a Milano di Giuseppe Corberi, apparso nel numero di gennaio-marzo 1926 della Rivista di psicologia, Doniselli tornava ad esprimere le sue preoccupazioni all’amministrazione comunale riguardo alla creazione del Laboratorio dell’ATM, definito come un duplicato dell’Istituto civico di psicologia sperimentale, che attendeva ancora di essere dotato di strutture e personale adeguato. La polemica proseguiva sul primato dell’Italia e della Germania riguardo alla psicologia sperimentale (Archivio privato C. Doniselli).

Molto attivo nell’ambito della psicologia applicata e schierato apertamente con il regime fu Vito Massarotti, pugliese trasferitosi a Milano dopo la Grande guerra. Divenuto nel luglio 1929 capo dei servizi sanitari dell’ATM, egli ebbe tra gli incarichi anche la direzione scientifica dell’Istituto psicotecnico dell’azienda, l’unico esistente in Italia per le società di trasporto, dove eseguì migliaia di esami sui guidatori di mezzi pubblici. Negli anni Trenta del Novecento tenne inoltre diversi corsi di psicotecnica al Politecnico, all’Università Cattolica e all’Università degli studi di Milano.

Cnr Massarotti
Lettera di Leonardo Acquati, presidente dell’Azienda tranviaria di Milano, al Consiglio nazionale delle ricerche relativa alla missione affidata a Vito Massarotti dalla Commissione permanente per le applicazioni della psicologia, 23 ottobre 1939 (Archivio V. Massarotti).

Con la riforma della scuola promossa dal ministro Giovanni Gentile (1923) la psicologia era stata sempre più marginalizzata. Casimiro Doniselli riuscì però a continuare nell’insegnamento, mediante incarichi annuali presso la Facoltà di medicina, dal 1924 al 1928, e in quella di lettere, dal 1936 al 1945. L’Istituto sopravvisse invece adeguandosi alla Carta della scuola varata dal ministro Giuseppe Bottai, specializzandosi nell’orientamento professionale degli alunni delle ultime classi elementari.

Casimiro Doniselli, Il Civico Istituto di Psicologia sperimentale e il servizio psicotecnico nelle scuole di Milano, estratto da Milano. Rivista mensile del Comune del settembre 1936 (Archivio privato C. Doniselli).
Circolare podestà di Milano
Circolare del 25 ottobre 1941 del Comune di Milano (firmata dal podestà di Milano, Gallarati Scotti) che invitava le famiglie degli alunni iscritti alla quinta elementare a eseguire dei test di psicotecnica presso il Civico Istituto di psicologia sperimentale per aiutarli nella scelta del percorso professionale (Archivio privato C. Doniselli).
2018-05-09T10:28:12+00:00