Gli esordi tra pedagogia e psichiatria

La psicologia milanese ha coltivato fin dai suoi esordi una speciale attenzione per l’infanzia anormale, portata avanti attraverso collaborazioni interdisciplinari anche in centri pubblici non universitari.

Il primo Laboratorio di pedagogia scientifica nacque a Crevalcore (Bologna), nel 1901, in stretta relazione con la nascente psicologia sperimentale. Lo aprì, a proprie spese, Ugo Pizzoli, laureato a Bologna in fisiologia pediatrica nel 1888, che inventò personalmente strumenti e test psicologici sempre più maneggevoli e facili da usare. Nato sotto gli auspici dell’Associazione pedagogica nazionale e con il sostegno di Augusto Tamburini, il Laboratorio fu animato negli anni anche dallo psichiatra e psicologo Giulio Cesare Ferrari. Nel 1904 si trasferì a Milano, grazie a una felice convergenza di fattori e al sostegno del Comune e di personalità importanti del tessuto cittadino, quali i coniugi Luigi ed Ersilia Majno, animatori della Società Umanitaria.

Gruppo di giovani maestre ai piedi del monumento a Marcello Malpighi a Crevalcore
Gruppo di giovani maestre ai piedi del monumento a Marcello Malpighi a Crevalcore, con ogni probabilità le partecipanti a un corso del laboratorio di pedagogia; la fotografia è datata 31 agosto 1902 e sono riconoscibili al centro, in piedi, Giuseppe Sergi e Ugo Pizzoli (Archivio privato U. Pizzoli).
Pizzoli in laboratorio con alcuni collaboratori
Pizzoli in laboratorio con alcuni collaboratori, s.d. (Archivio privato U. Pizzoli).
Disegni tratti dall’album a stampa riguardante gli “Apparecchi ed instrumenti di psicologia pedagogica” inventati da Pizzoli, s.d. Dalla prima pagina del volume si apprende che gli strumenti erano stati acquisiti dai “Laboratori di psicologia pedagogica di Milano, di Pietrogrado […], di San Paolo del Brasile […], nei Gabinetti psicologici dei Frenocomi di Bologna, di Reggio Emilia e negli Istituti per la rieducazione dei mutilati di guerra di Firenze e di Modena”; anche “molte Scuole normali e Scuole elementari si fornirono” degli apparecchi per gli esami delle funzioni sensoriali (Archivio privato U. Pizzoli).
Immagini fotografiche e a stampa di alcuni apparecchi realizzati da Pizzoli: apparecchio per l’esame psicotecnico ai conducenti di autoveicoli, gabinetto portatile di psicologia pedagogica per l’esame delle funzioni sensoriali, quadro dimostrativo degli esami con il policinedinamometrografo, boxdinamometro e altri (Archivio privato U. Pizzoli).

Nel 1908 Zaccaria Treves, fisiologo torinese allievo di Angelo Mosso, fu nominato direttore e cambiò il nome della struttura in Laboratorio civico di psicologia pura e applicata. Nella sede di Palazzo Dugnani in via Manin, Treves diede vita a una serie di collaborazioni con altri istituti cittadini, quali l’Istituto dei ciechi (dove Treves stesso conduceva ricerche sul senso muscolare dei non vedenti) e l’Ufficio comunale d’igiene, affinché al Laboratorio venissero inviati scolari con sospetta anormalità psichica. Inoltre, insieme a Giulio Ferreri, direttore dell’Istituto nazionale dei sordomuti di via San Vincenzo, allo psichiatra del manicomio di Mombello Piero Gonzales e ad Alfredo Albertini, medico scolastico comunale allievo di Sante De Sanctis e a conoscenza degli esperimenti pedagogici di Maria Montessori, Treves elaborò un progetto per costruire una scuola pubblica “speciale”, a direzione medica, per bambini anormali educabili. La scuola venne inaugurata nel 1915, in via Vittoria Colonna, e fu intitolata proprio a Zaccaria Treves, scomparso prematuramente nel 1911, mentre la direzione medica fu affidata ad Albertini.

Alfredo Albertini alla Scuola Giulio Tarra, 1932
Alfredo Albertini durante una vista presso la scuola speciale “Giulio Tarra”, luglio 1932 (Carte private A. Albertini). Fortemente voluta da Rosa Marelli Vergani, già insegnate specializzata nel Pio Istituto sordomuti di Milano, fu aperta nel 1919 in “esternato” per gli anormali dell’udito e della parola. Per due anni condivise la sede con la Treves e nel 1924 venne intestata al sacerdote “Giulio Tarra”. L’esperienza fu giudicata molto positivamente dal Comune di Milano, tanto che decise di acquistare un terreno in viale Zara dove costruì una nuova sede, inaugurata il 29 ottobre 1929.
Interni ed esterni dell’Istituto civico di pedagogia e psicologia sperimentale (Archivio privato C. Doniselli).

All’interno del Laboratorio venivano organizzati corsi di pedagogia scientifica per i maestri delle scuole cittadine, e proprio ad Albertini il Comune affidò la cattedra di psicologia sperimentale istituita nella Scuola pedagogica di perfezionamento magistrale dell’Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove anche Zaccaria Treves aveva insegnato la stessa materia ai docenti elementari. Già Tito Vignoli, studioso di psicologia animale e comparata e tra i primi in Italia ad aderire alla teoria darwiniana dell’evoluzione, conseguita nel 1889 la libera docenza, vi aveva tenuto lezioni di psicologia.

Alla morte di Zaccaria Treves la direzione del Laboratorio venne assunta da Francesco Umberto Saffiotti, laureato a Messina con una tesi sulla Psicologia delle menti associate di Carlo Cattaneo e assistente presso la struttura dal 1909. Dopo un breve periodo, per contrasti con gli altri componenti del gruppo, Saffiotti lasciò il posto al fisiologo Casimiro Doniselli, che divenne anche professore incaricato all’annessa cattedra di psicologia sperimentale. Laureatosi a Torino con Angelo Mosso e assistente di Pietro Albertoni a Bologna, Doniselli mantenne la collaborazione avviata da Treves con il mondo psichiatrico e con il manicomio di Mombello.

Avviso di concorso indetto dal Comune di Milano per la successione di Zaccaria Treves
Avviso di concorso indetto dal Comune di Milano per la successione di Zaccaria Treves alla direzione del Gabinetto civico di pedagogia sperimentale e alla cattedra di psicologia sperimentale dell’Accademia scientifico-letteraria di Milano, 19 giugno 1911 (Archivio privato C. Doniselli).

Piero Gonzales, già nei primi anni del Novecento, aveva dato vita a un’apposita sezione per bambini nel manicomio milanese. Arredato, in seguito, con tutto il materiale Montessori, il “reparto fanciulli” di Mombello venne diretto a partire dai primi anni Venti dallo psichiatra Giuseppe Corberi. All’interesse per l’infanzia anormale Corberi accompagnò quello per la psicologia sperimentale, che aveva potuto coltivare frequentando il laboratorio aperto da Giulio Cesare Ferrari nel Manicomio di Imola e quello di Emil Kraepelin a Monaco di Baviera. Il suo impegno in questo ambito portò all’istituzione, nel 1912, di un laboratorio di psicologia sperimentale a Mombello.

Lettera di Giuseppe Corberi, direttore del Laboratorio di psicologia del Manicomio provinciale di Milano in Mombello, a Giulio Cesare Ferrari, 21 aprile 1912. Corberi annunciava al collega l’apertura di un “modesto” laboratorio di psicologia nell’asilo milanese e lo ringraziava dell’aiuto che gli aveva dato informandolo sugli apparecchi acquistati (Fondo G.C. Ferrari).

Intanto, il Laboratorio di Doniselli si era sempre più specializzato nell’orientamento scolastico e nella psicofisiologia del lavoro e della fatica, trasferendosi nel 1914 a nord della città in via Lombardia. Quando il direttore fu richiamato come capitano medico sul fronte dell’Ortigara durante la Grande guerra, la gestione dell’istituto fu affidata a Amelia Maria Lanzi, già maestra elementare in diversi istituti milanesi, fra cui la Scuola maschile Pestalozzi. Assunta nel maggio 1915, Amelia Lanzi si spese per tenere attivo il Laboratorio, mantenendo relazioni con l’assessore Luigi Veratti (per discutere della costruzione del progettato Istituto civico di fisiologia, in realtà mai realizzato), con il professore di letteratura italiana dell’Accademia scientifica-letteraria Michele Scherillo e con il neurologo Carlo Besta, allora impegnato nella realizzazione del Centro neurochirurgico della Guastalla e dell’Istituto neurologico pro feriti cerebrali Vittorio Emanuele III, al quale mostrò il laboratorio. Lanzi sposò poi Doniselli nel giugno 1919, lasciando il lavoro per dedicarsi alla famiglia.

Amelia Maria Lanzi
Amelia Maria Lanzi all’interno dell’Istituto civico di pedagogia e psicologia sperimentale, s.d. (Archivio privato C. Doniselli).
Casimiro Doniselli e Amelia Maria Lanzi con i figli
Casimiro Doniselli e Amelia Maria Lanzi con i figli, post 1935 (Archivio privato C. Doniselli).
2018-05-09T10:23:00+00:00